sabato 26 maggio 2012

LA PRIMAVERA


LA PRIMAVERA, SANDRO BOTTICELLI

 

La Primavera è un dipinto tempera su tavola di Sandro Botticelli, conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze. Eseguita tra il 1477 ed il 1478 a Firenze, di dimensioni 203 x 314 cm, la Primavera di Botticelli (Allegoria della Primavera) è una delle massime rappresentazioni, in pittura, del Rinascimento italiano, dove viene celebrato il trionfo della Natura e della Bellezza, in un'atmosfera incantevole tra alberi di arancio e fiori variopinti, tra Dei e Ninfe.

Nell'opera, per certi aspetti ancora oscura in diversi aspetti, viene combinata la mitologia e l'iconografia classica con la ricerca di nuove forme, la realtà e la fantasia si scontrano per dare vita ad nuovo modo di concepire l'arte. Ad esempio nel dipinto sono state riconosciute dai botanici 190 specie di diversi di fiori, alcuni di fantasia ed altri, per la maggior parte reali: ranuncoli, fiordalisi, papaveri, violi, crisantemi, ecc.

La Primavera è dipinta con stesure ad olio su un fondo di tempera, la parte inferiore corrispondente al prato agli alberi è stesa su di una campitura nera destinata a dare profondità al verde trasferente che vi è steso ad olio. Le figure del cielo sono invece dipinte al di spora di un fondo di biacca che ne evidenzia la luminosità.

La composizione figurativa, disposta a gruppi, presenta nove soggetti, in particolare, notiamo la raffigurazione di nove personaggi femminili. Sono presenti, inoltre, due figure maschili ed un bambino. Il primo soggetto a sinistra dello spettatore è una figura maschile vestito con una sola mantella rossa ed un pugnale, nell'atto di cogliere un frutto. Il primo gruppo è rappresentato da re figure femminili mentre danzano. Nella parte centrale del dipinto è presente una donna con una veste rossa e blu, sopra di essa un angelo ondeggia mentre è nell'atto di scagliare una freccia dal suo arco. A destra sono presenti altre due figure femminili: la prima è una donna con una veste decorata, la seconda è riporta semplicemente una veste con un velo, sembra nell'atto di fuggire dalla figura maschile posta alle sue spalle.

Il dipinto della Primavera di Botticelli è caratterizzato da diverse tonalità di colore chiaro che si pongono in contrasto con lo sfondo in un gioco di luci ed ombre che risalta i chiaroscuri. Anche se possiamo distinguere i tre diversi gruppi raffigurati nel dipinto, questi tuttavia si dispongono in diversi piani dando profondità ed una lieve prospettiva alla raffigurazione.  La linea di disposizione delle figure procede quindi a forma di “S” orizzontale: la prima figura è disposta lievemente più indietro rispetto alle tre damigelle danzanti, mentre la figura centrale acquisisce il ruolo di elemento di simmetria rispetto a tutte le altre. La scelta dell'artista è proprio quella di porre in primo piano quest'ultima facendo uso di un'accennata prospettiva. Le ultime due figure sulla destra sono disposte in modo obliquo ed orientante verso le spettatore.

Pur avendo analizzato le disposizioni e le proporzioni delle figure del dipinto da sinistra verso destra, questo va letto correttamente da destra verso sinistra.

Il primo personaggio presente de la Primavera è Zefiro, il vento primaverile, mentre rincorre la sua amata, la ninfa Clori, divinità dei fiori e della Primavera. Al centro è presente Venere, la dea della bellezza, posta dinanzi ad un cespo di mirto, mentre allunga il braccio verso le tre Grazie poste alla sua sinistra. Botticelli sceglie di non dipingere la Dea nella sua classica veste tipica del primo Rinascimento, l'abito sembra solo parzialmente di foggia medievale.  Cupido, la divinità dell'amore, aleggia sopra di lei, nell'atto di scoccare la potente freccia, capace di far innamorare gli uomini e gli dei. Le tre Grazie, Aglaia (lo splendore), Eufrosine (la gioia), Talia (la prosperità), nate da Zeus e Eurinome, ballano una Carola. A sinistra di quest'ultime è presente Mercurio, dio dell'eloquenza, del commercio e dei ladri, nell'atto di allontanare le nubi con il Caduceo, bastone di araldo, sormontato da ali, con due nastri bianchi attaccati.  Il paesaggio sullo sfondo è costituito da un bosco di aranci. (Il giardino delle Esperidi).

Riassumendo: Zefiro (o Boreo), vento di primavera che piega gli alberi, rapisce per amore la ninfa Clori, fecondandola; da questo atto ella rinasce trasformata in Flora, la personificazione della stessa primavera rappresentata come una donna dallo splendido abito fiorito che sparge a terra le infiorescenze che tiene in grembo. A questa trasformazione allude anche il filo di fiori che già inizia a uscire dalla bocca di Cloris durante il suo rapimento. Al centro campeggia Venere, inquadrata da una cornice simmetrica di arbusti, che sorveglia e dirige gli eventi, quale simbolo neoplatonico dell'amore più elevato. Sopra di lei vola il figlio Cupido, mentre a sinistra si trovano le sue tre tradizionali compagne vestite di veli leggerissimi, le Grazie, occupate in un'armoniosa danza in cui muovono ritmicamente le braccia e intrecciano le dita. Chiude il gruppo a sinistra un disinteressato Mercurio, coi tipici calzari alati, che col caduceo scaccia le nubi per preservare un'eterna primavera.



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