sabato 26 maggio 2012

LA PRIMAVERA


LA PRIMAVERA, SANDRO BOTTICELLI

 

La Primavera è un dipinto tempera su tavola di Sandro Botticelli, conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze. Eseguita tra il 1477 ed il 1478 a Firenze, di dimensioni 203 x 314 cm, la Primavera di Botticelli (Allegoria della Primavera) è una delle massime rappresentazioni, in pittura, del Rinascimento italiano, dove viene celebrato il trionfo della Natura e della Bellezza, in un'atmosfera incantevole tra alberi di arancio e fiori variopinti, tra Dei e Ninfe.

Nell'opera, per certi aspetti ancora oscura in diversi aspetti, viene combinata la mitologia e l'iconografia classica con la ricerca di nuove forme, la realtà e la fantasia si scontrano per dare vita ad nuovo modo di concepire l'arte. Ad esempio nel dipinto sono state riconosciute dai botanici 190 specie di diversi di fiori, alcuni di fantasia ed altri, per la maggior parte reali: ranuncoli, fiordalisi, papaveri, violi, crisantemi, ecc.

La Primavera è dipinta con stesure ad olio su un fondo di tempera, la parte inferiore corrispondente al prato agli alberi è stesa su di una campitura nera destinata a dare profondità al verde trasferente che vi è steso ad olio. Le figure del cielo sono invece dipinte al di spora di un fondo di biacca che ne evidenzia la luminosità.

La composizione figurativa, disposta a gruppi, presenta nove soggetti, in particolare, notiamo la raffigurazione di nove personaggi femminili. Sono presenti, inoltre, due figure maschili ed un bambino. Il primo soggetto a sinistra dello spettatore è una figura maschile vestito con una sola mantella rossa ed un pugnale, nell'atto di cogliere un frutto. Il primo gruppo è rappresentato da re figure femminili mentre danzano. Nella parte centrale del dipinto è presente una donna con una veste rossa e blu, sopra di essa un angelo ondeggia mentre è nell'atto di scagliare una freccia dal suo arco. A destra sono presenti altre due figure femminili: la prima è una donna con una veste decorata, la seconda è riporta semplicemente una veste con un velo, sembra nell'atto di fuggire dalla figura maschile posta alle sue spalle.

Il dipinto della Primavera di Botticelli è caratterizzato da diverse tonalità di colore chiaro che si pongono in contrasto con lo sfondo in un gioco di luci ed ombre che risalta i chiaroscuri. Anche se possiamo distinguere i tre diversi gruppi raffigurati nel dipinto, questi tuttavia si dispongono in diversi piani dando profondità ed una lieve prospettiva alla raffigurazione.  La linea di disposizione delle figure procede quindi a forma di “S” orizzontale: la prima figura è disposta lievemente più indietro rispetto alle tre damigelle danzanti, mentre la figura centrale acquisisce il ruolo di elemento di simmetria rispetto a tutte le altre. La scelta dell'artista è proprio quella di porre in primo piano quest'ultima facendo uso di un'accennata prospettiva. Le ultime due figure sulla destra sono disposte in modo obliquo ed orientante verso le spettatore.

Pur avendo analizzato le disposizioni e le proporzioni delle figure del dipinto da sinistra verso destra, questo va letto correttamente da destra verso sinistra.

Il primo personaggio presente de la Primavera è Zefiro, il vento primaverile, mentre rincorre la sua amata, la ninfa Clori, divinità dei fiori e della Primavera. Al centro è presente Venere, la dea della bellezza, posta dinanzi ad un cespo di mirto, mentre allunga il braccio verso le tre Grazie poste alla sua sinistra. Botticelli sceglie di non dipingere la Dea nella sua classica veste tipica del primo Rinascimento, l'abito sembra solo parzialmente di foggia medievale.  Cupido, la divinità dell'amore, aleggia sopra di lei, nell'atto di scoccare la potente freccia, capace di far innamorare gli uomini e gli dei. Le tre Grazie, Aglaia (lo splendore), Eufrosine (la gioia), Talia (la prosperità), nate da Zeus e Eurinome, ballano una Carola. A sinistra di quest'ultime è presente Mercurio, dio dell'eloquenza, del commercio e dei ladri, nell'atto di allontanare le nubi con il Caduceo, bastone di araldo, sormontato da ali, con due nastri bianchi attaccati.  Il paesaggio sullo sfondo è costituito da un bosco di aranci. (Il giardino delle Esperidi).

Riassumendo: Zefiro (o Boreo), vento di primavera che piega gli alberi, rapisce per amore la ninfa Clori, fecondandola; da questo atto ella rinasce trasformata in Flora, la personificazione della stessa primavera rappresentata come una donna dallo splendido abito fiorito che sparge a terra le infiorescenze che tiene in grembo. A questa trasformazione allude anche il filo di fiori che già inizia a uscire dalla bocca di Cloris durante il suo rapimento. Al centro campeggia Venere, inquadrata da una cornice simmetrica di arbusti, che sorveglia e dirige gli eventi, quale simbolo neoplatonico dell'amore più elevato. Sopra di lei vola il figlio Cupido, mentre a sinistra si trovano le sue tre tradizionali compagne vestite di veli leggerissimi, le Grazie, occupate in un'armoniosa danza in cui muovono ritmicamente le braccia e intrecciano le dita. Chiude il gruppo a sinistra un disinteressato Mercurio, coi tipici calzari alati, che col caduceo scaccia le nubi per preservare un'eterna primavera.



VORREI BACIAR I TUOI CAPELLI NERI


Musica proibita

Martino Stanislao Luigi Gastaldon (Torino, 8 aprile 1861 – Firenze, 6 marzo 1939) è stato un compositore italiano, ricordato come l'autore della celebre romanza Musica proibita, composta nel 1881, all'età di soli 20 anni, probabilmente nel suo periodo di vita a Napoli, di cui scrisse anche il testo, sotto lo pseudonimo di Flick-Flock


             

Ogni sera di sotto al mio balcone
sento cantar una canzon d'amore
più volte la ripete un bel garzone
e battere mi sento forte il cuore,
e battere mi sento forte il cor
Oh, come è dolce quella melodia
oh, come è bella, quanto m'è gradita
ch'io la canti non vuol la mamma mia
vorrei saper perchè me l'ha proibita?
Ella non c'è ed io la vo’ cantar
la frase che m’ha fatto palpitare:

Vorrei baciar i tuoi capelli neri
le labbra tue e gli occhi tuoi severi
vorrei morir con te angel di Dio,
oh, bella innamorata, tesor mio,
qui sotto il vidi ieri a passeggiare
e lo sentiva al solito cantar:

Vorrei baciar i tuoi capelli neri
le labbra tue e gli occhi tuoi severi,
stringimi, o cara, stringimi al mio cuore
fammi provar l'ebbrezza dell'amor


venerdì 25 maggio 2012

LO SAI CHE...


QUANTE PROBABILITA’ CI SONO….

LOTTO - Probabilita' di vincita
Cinquina: 1 su 43.949.268
Quaterna: 1 su 511.038
Terno: 1 su 11.748
Ambo: 1 su 400
Praticamente e' piu' probabile:
- diventare santo (1 possibilita' su 20 milioni di tentativi)
- morire ustionato dall'acqua del rubinetto (1 su 5.005.564)

SUPERENALOTTO - Probabilita' di vincita su una singola colonna
6 numeri esatti: 1 su 622.614.630
5 numeri esatti + 1 (jolly): 1 su 103.769.105
5 numeri esatti: 1 su 1.235.346,48
4 numeri esatti: 1 su 11.906,95
3 numeri esatti: 1 su 327
2 numeri esatti: 1 su 21,51
1 numero esatto: 1 su 3,36
0 numeri esatti: 1 su 1,53
Praticamente e' piu' probabile:
- comporre a caso sul cellulare un numero di 10 cifre (del tipo 3xx/xxxxxxx) e sentirsi rispondere da un amico (1 su 100 milioni di tentativi).
- avvistare un UFO (1 possibilita' su 3 milioni).
- Immaginiamo di collocare delle carte da gioco, una accanto all'altra, in due file ininterrotte, sui due lati delle strade che da Roma portano a Pechino, passando dall'India per allungare ancora il percorso. Una soltanto di tutte queste carte e' segnata. Partiamo con la nostra auto e fermiamoci in un punto qualsiasi della strada scegliendo a caso una di queste carte. Se e' la carta segnata abbiamo vinto, altrimenti abbiamo perso.  Quanto sareste disposti a pagare per partecipare a questo gioco? Eppure, in termini di probabilita', corrisponde esattamente al sei del Superenalotto.

TOTOCALCIO - Probabilita' di vincita
Per il 14: 1 su 4.782.969
Per il 13: 1 su 170.820
Per il 12: 1 su 13.140
Praticamente e' piu' probabile:
- ricevere a poker dal mazziere 4 carte uguali su 5 con un mazzo di 52 carte (1 su 4.165)
- possibilita' di morire per un pranzo avvelenato (1 su 3 milioni).

TOTOGOL - Probabilita' di vincita
14 punti: 1 su 268.435.456
13 punti: 1 su 6.391.320
12 punti: 1 su 327.868,852
11 punti: 1 su 27.322
10 punti: 1 su 3.311,258
Praticamente e' piu' probabile:
- inserire una carta di credito in uno sportello Bancomat, comporre un numero a caso e indovinarlo (1 su 90 mila tentativi)
- contrarre l'AIDS da un rapporto eterosessuale senza preservativo (1 su 5 milioni di rapporti).

ROULETTE - Probabilita' di vincita
Puntate semplici (rosso e nero, pari o dispari, o sui numeri da 1 a 18 o da 19 a 36): percentuale di vincita del 48,6%
Puntata su 4 numeri: 1 possibilita' su 9,25 che ne esca almeno uno.
Puntata su 18 numeri: 1 possibilita' su 2,06 che ne esca almeno uno.
Praticamente e' piu' probabile:
- avere il colesterolo alto oltre i 65 anni (60%)
- per una squadra di calcio iniziare per prima la serie dei rigori dopo i tempi supplementari (50%)

LOTTERIA - Probabilita' di vincita
5 milioni di euro: circa 1 su oltre 4 milioni di biglietti.
Praticamente e' piu' probabile:
- trovare un quadrifoglio (1 su 10 mila trifogli)
- vincere un Oscar (1 su 11.500).

GRATTA E VINCI - Probabilita' di vincita
Vi sono tanti tipi di gratta e vinci; per sapere le probabilita' e' sufficiente sapere come e' diviso il montepremi.
Praticamente e' piu' probabile:
- infortunarsi sul wc (1 su 10 mila "sedute")
- collisione dell'asteroide 2007 WD5 contro Marte nei prossimi 100 anni (1 su 10 mila).

BINGO - Probabilita' di vincita
Le probabilita' sono proporzionali al numero di schede acquistate: con 900 cartelle in gioco e 9 in mano, si ha l'1% di possibilita' di vittoria. Dopo 30 chiamate si ha il 14% di possibilita' di realizzare una cinquina.
Praticamente e' piu' probabile:
- che nella rosa di una squadra di calcio ci siano 2 giocatori con lo stesso compleanno (50%)
- uscire con un miliardario/a (1 su 215 appuntamenti).

LA SUPPOSTA

Siate come la piccola supposta

che quando e' chiamata a fare il suo dovere
lo fa fino in fondo,
e senza mai guardare in faccia nessuno.
Si mette subito in cammino cercando
umilmente la propria strada.
E se qualcuno le si para davanti
dicendole con presunzione ed arroganza:
"Lei non sa chi sono io!"
intimamente sa già che non può essere altro
che uno stronzo!


giovedì 24 maggio 2012

LA TUA FEDE

 
QUAL E’ LA RELIGIONE GIUSTA PER TE?



Rispondi al questionario sul sito

Per me il risultato è stato questo:


Agnosticismo
Il tuo risultato è... agnostico. Sei un agnostico. Sebbene è generalmente riconosciuto che gli agnostici non credono nell'esistenza di Dio nè nella sua non esistenza, è possibile per un agnostico essere anche deista o ateo. In realtà gli agnostici non conoscono nè pretendono di sapere se Dio esiste o no, ma possono ammettere che qualcun'altro lo sappia. Un agnostico intellettualmente onesto si schiererebbe su questa posizione, dato che non ha più prove per giustificare l'impossibilità di conoscere Dio di quante ne abbia della sua esistenza.


Agnosticismo

90%


Buddismo

85%

Satanismo

70%

Paganesimo

55%

Ateismo

45%

Islam

40%

Cristianesimo

35%

Induismo 

35%



Confucianesimo

35%

Paranormale

25%

Ebraismo        

20%                                                   

mercoledì 23 maggio 2012

CARPE DIEM

Carpe diem di Quinto Orazio Flacco


         


L'ode parla a Leuconoe, forse una delle donne amate dal poeta o forse un personaggio di fantasia, che rappresenta tutti gli uomini e le donne.

Nella lirica vi e' tutta l'espressione della saggezza oraziana nata dalle esperienze di vita del poeta stesso. Il tempo che trascorre inesorabile: "mentre parliamo, gia' sara' fuggito il tempo invidioso", ci ricorda Orazio.

Ma ci fa anche un invito: cogliere l'attimo senza pensare al futuro. Non inteso nel senso di godere della giornata allegramente, come sovente alcuni lo intendono, ma come invito a autorealizzarsi, a costruire la propria esistenza in modo compiuto, sfruttando le occasioni che essa ci pone innanzi: cio' che e' importante nella vita sono le piccole gioie, da assaporare e vivere come gocce di preziosa essenza (cosi' il riferimento al vino, simbolo simposiaco caro ad Orazio).

Vi e' un'esortazione ad evitare di scoprire cosa riservi il futuro: "non e' dato", ci ricorda. Per il poeta e' necessario saper vivere ogni giorno, in serenita' e senza allusioni al domani. Domani e speranza hanno accezioni negative. Orazio invita a essere liberi dall'assillo del tempo, cosi' da affrontare la vita in piena serenita'.

La poesia e' dunque una delicata esortazione a godere delle cose che la vita ci offre nell'immediato e a ridurre drasticamente le grandi speranze e le grandi illusioni che oltrepassino il breve spazio del tempo piu' vicino.
 

CARPE DIEM

Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi
finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
temptaris numeros. Ut melius, quidquid erit, pati,
seu plures hiemes, seu tribuit Iuppiter ultimam,
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum: sapias, vina liques, et spatio brevi
spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invida
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.

COGLI IL GIORNO

Tu non domandare - e' un male saperlo - quale sia l'ultimo giorno che gli dei, Leuconoe, hanno dato a te e a me, e non tentare gli oroscopi di Babilonia.
Quanto e' meglio accettare qualunque cosa verra',
sia che sia questo inverno - che ora stanca il mare Tirreno sulle opposte scogliere - l'ultimo che Giove ti ha concesso, sia che te ne abbia concessi ancora parecchi, sii saggia, filtra il vino e taglia speranze eccessive, perche' breve e' il cammino che ci viene concesso.
Mentre parliamo, gia' sara' fuggito il tempo invidioso: cogli il giorno, fidandoti il meno possibile del domani .
[Orazio, Ode I, 11]


Le Odi di Orazio (Quinto Orazio Flacco, poeta romano, (Venosa, 8 dicembre 65 a.C. – Roma, 27 novembre 8 a.C.)) sono costituite da 103 poesie raccolte in quattro libri. L'opera si rifa' alla poesia arcaica greca, soprattutto di Alceo (poeta greco antico, (Mitilene, vissuto tra il VII e il VI secolo a.C.)) e di Anacreonte (poeta greco antico, (Teo, circa 570 a.C. – circa 485 a.C.)), con la ripresa di diversi tipi di componimento e di metri.

Il primo libro (chiamato anche Carmi simposiaci) contiene 38 poesie che esprimono temi epicurei e riguardano la brevita' della vita in confronto all'eternita' della morte;

il secondo libro contiene 20 poesie, dove si accentuano i temi e i toni stoici accanto a quelli pessimistici della ineluttabilita' della morte;

il terzo libro contiene 30 poesie ed e' fortemente stoico;

il quarto ne contiene 15, dove Orazio riprende i temi a lui piu' cari: le lodi a Cesare Ottaviano, il tema della fortezza dell'animo, della poesia che rende immortali gli uomini, del godere i piaceri della vita, della fugacita' del tempo e della vita e nella stessa ode, la VII, riprende il tema dell'ineluttabilita' della morte e la concezione materialistica degli uomini che altro non sono che polvere ed ombra.

I primi tre libri furono pubblicati nel 22 a.C.. Il quarto libro contiene 15 poesie e fu pubblicato nel 12 a.C..

Leuconoe (vocativo): e' il nome della giovane donna, la destinataria dell'ode, che, ansiosa per il proprio futuro, si rivolge agli astronomi.

nec Babylonios / temptaris numeros: «e non tentare i calcoli babilonesi». Altro imperativo negativo: temptaris e' forma sincopata di temptaueris. I calcoli sono detti babilonesi perche' l'astrologia era di origine caldea, e gli astrologi (comunemente definiti mathematici) a Roma provenivano perlopiu' dalla Mesopotamia, ed erano considerati dei ciarlatani.

sapias ... liques ... reseces: «sii saggia, filtra ..., taglia ...». Congiuntivi esortativi (pres. cong.): Leuconoe e' invitata alla saggezza, lasciando da parte gli inganni degli oroscopi, ed anche le attese per il futuro, assaporando la vita nel piu' pieno dei modi (cosi' il riferimento al vino, simbolo simposiaco cosi' caro ad Orazio) senza fidarti troppo del futuro.

spem longam: Spes indica la speranza, in senso piu' assoluto il futuro, la possibilita' di agire nel tempo; e' definita longa e contrapposta alla brevita' della summa brevis della vita, allo spatio brevi entro cui si deve ritagliare l'esistenza. La speranza e' in Orazio una passione negativa.

dum loquimur, fugerit: «mentre parliamo sara' gia' fuggita». Il futuro anteriore (fugerit) indica la rapidita' fulminea della fuga del tempo, che non aspetta neanche che abbiano finito di parlare.

invida aetas: «il tempo invidioso». L'aetas, sempre impiegata con il suo valore etimologico (stessa radice di aeuus), e' il tempo nella sua continuita' (riferito per lo piu' all'esistenza personale, mentre aevum e' per lo piu' il tempo ciclico dell'universo), in antitesi con tempus, il tempo segmentato. Orazio mostra una notevole predilezione per questa puntualita' dell'attimo, dell'istante, che prende ora la forma del dies (ovvero dell'occasio), dell'hora, del praesens, quod adest. E' nel dies, infatti che Orazio cerca di contrastare la fuga dell'aetas.

carpe diem: e' molto difficile da tradurre. Secondo la definizione di Alfonso Traina (filosofo latinista), e' un «verbo tecnico, alla frontiera tra i due campi semantici di prendere e cogliere, che indica un processo traumatico, un prendere a spizzico con un movimento lacerante e progressivo che va dal tutto alle parti».
Altre traduzioni vanno dal «goditi» (Vitali, Cetrangolo, Ramous), all'«afferra» (Canali, Pascoli in prosa), al «cogli» (Mandruzzato, Turolla), al «vivi questo giorno» (Sanguineti).

quam minimum credula postero: «il meno possibile (quam minimum) fidandoti (credula) nel domani». Credulus e' aggettivo negativo, il nostro «credulone». Credula ha un valore predicativo (determina il verbo carpe: «fidandoti»).
Traduzioni come «non credere al domani» colgono l'idea di ordine negativo implicito nel quam minimum credula postero. E' questo infatti l'ultimo di una serie di ordini che accompagnano le espressioni del carpe diem: positivi, in relazione al presente (carpe...) e negativi, in relazione al futuro.

Sembra quindi pertinente il richiamo ad Aristippo (filosofo, (Cirene, 435 a.C. – Cirene, 366 a.C.)), seguace della scuola Cirenaica: «Aristippo sembrava che parlasse con gran veemenza e forza, invitando gli uomini a non angustiarsi delle cose passate, ne' a preoccuparsi di quelle che devono ancora venire: questo e' infatti segno di buona disposizione d'animo e dimostrazione di mente serena. Esortava a pensare all'oggi e piu' ancora a quella parte dell'oggi in cui ciascuno agisce o pensa qualcosa. Diceva infatti che solo il presente e' nostro e non cio' che e' gia' compiuto ne' cio' che ancora si attende: il primo infatti e' gia' finito e il secondo e' incerto se pure vi sara'».

STORIELLE


Domanda di esenzione dal servizio militare pescata nell'archivio del Ministero della Difesa

Signor Ministro della Difesa,
mi permetta di prendere rispettosamente la libertà di esporvi quanto  segue, e di sollecitare per vostra benevolenza lo sforzo necessario al rapido disbrigo della pratica. Sono in attesa della chiamata alle armi, ho 24 anni e sono sposato con  una vedova di 44 anni, la quale ha una figlia di 25 anni. Mio padre ha sposato tale figlia. Quindi attualmente mio padre è  diventato mio genero, in quanto ha sposato mia figlia. Inoltre, mia nuora è divenuta mia matrigna, in quanto moglie di mio  padre.Mia moglie ed io abbiamo avuto lo scorso gennaio un figlio. Costui è quindi diventato fratello della moglie di mio padre, quindi  cognato di mio padre. Ed inoltre mio zio, in quanto fratello della mia matrigna. Mio figlio è dunque mio zio. La moglie di mio padre a Natale ha avuto un figlio che quindi è contemporaneamente mio fratello in quanto figlio di mio padre, e mio  nipote in quanto figlio della figlia di mia moglie. Io sono quindi fratello di mio nipote, e siccome il marito  della madre di una persona è suo padre, risulta che io sono padre della figlia di mia moglie e fratello di suo figlio. Quindi io sono mio nonno. Spiegato ciò, Signor Ministro, la prego di volermi concedere di essere esentato dal servizio militare, in quanto la legge impedisce che padre, figlio
e nipote prestino servizio contemporaneamente. Fermamente convinto della vostra comprensione, la prego Signor Ministro  di accettare i miei
più distinti saluti.
P.S.  Per la cronaca, il ragazzo in questione è stato riformato per  "stato psichico instabile e preoccupante e turbe mentali aggravate da un clima  familiare  molto disturbante".

UN SOGNO AD ARTE


 ...AND BACK TO REALITY

sabato 19 maggio 2012

POVERA PATRIA


...LA PRIMAVERA INTANTO
              TARDA AD ARRIVARE
            
NO NON CAMBIERA’...NON CAMBIERA’
SI’CHE CAMBIERA’ VEDRAI CHE CAMBIERA’

lunedì 7 maggio 2012

VIVERE ANCORA

              

Quando scopriamo l'amore,
     scopriamo la paura,
          la paura di perderlo.
                         (Claudipe)

NON POSSO ESISTERE SENZA DI TE


                

Non posso esistere senza di te.
Mi dimentico di tutto
tranne che di rivederti:
la mia vita sembra che si arresti lì,
non vedo più avanti.
Mi hai assorbito.
In questo momento ho la sensazione
come di dissolvermi:
sarei estremamente triste
senza la speranza di rivederti presto.
Avrei paura a staccarmi da te.
Mi hai rapito via l'anima con un potere
cui non posso resistere;
eppure potei resistere finché non ti vidi;
e anche dopo averti veduta
mi sforzai spesso di ragionare
contro le ragioni del mio amore.
Ora non ne sono più capace.
Sarebbe una pena troppo grande.
Il mio amore è egoista.
Non posso respirare senza di te.
 [John Keats]

LE FOGLIE MORTE




Com'era più bella la vita
e com'era più bruciante il sole
Eri la mia più dolce amica...
Ma non ho ormai che rimpianti
E la canzone che tu cantavi
la sentirò per sempre

È una canzone che ci somiglia
Tu che mi amavi
io che ti amavo
Ma la vita separa chi si ama
piano piano
senza nessun rumore
e il mare cancella sulla sabbia
i passi degli amanti divisi.
 (lE FOGLIE MORTE di Jacques Prévert)

 
...era bella, era bella, era bella
     era bello restare con lei
      era bella era bella
   quella donna era bella per me...    
 (ERA BELLA dai Profeti)

POSIZIONE YOGA


Balasana (Posizione del Bambino)

Balasana è una posizione di riposo che aiuta ad alleviare stress e fatica e più in generale lavora per rilassare la mente e per abituare il corpo a una corretta respirazione nella schiena.



Passo dopo passo
 
Inginocchiatevi a terra. Fate in modo che gli alluci si tocchino e sedetevi sui talloni, poi allargate le ginocchia    allo stesso livello delle anche.

Espirate e abbassate il busto tra le cosce. Allargate l’osso sacro nella parte posteriore del bacino e contraete i fianchi verso l’ombelico facendo in modo che si stringano verso la parte interna delle cosce. Allungate il coccige allontanandolo dalla parte posteriore del bacino, contemporaneamente sollevate la base del cranio allontanandola dalla parte posteriore del collo.

Appoggiate le mani sul pavimento lungo il busto, con i palmi rivolti verso l’alto, e lasciate andare la parte anteriore delle spalle verso il pavimento. Sentite come il peso delle spalle fa allargare le scapole dietro la schiena.

Balasana è una posizione di riposo. Mantenete questa posizione da 30 secondi ad alcuni minuti. Ripeti mentalmente “Abbandona ogni coinvolgimento esterno e mi rilasso nel mio rifugio interiore di pace.”  I principianti possono anche usare Balasana per provare un vigoroso piegamento in avanti, con il busto appoggiato sulle cosce. Mantenete questa posizione da 1 a 3 minuti. Per rialzarvi, prima allungate la parte anteriore del busto, poi con un’ispirazione sollevatevi dal coccige, mentre quest’ultimo preme verso il basso e sul bacino.

 
Benefici
  • Allunga delicatamente anche, cosce e caviglie
  • Rilassa la mente e aiuta ad alleviare lo stress e la fatica
  • Se eseguita con supporto per testa e busto, dà sollievo ai dolori alla schiena e al collo
  • Il gentile capovolgimento del corpo farà affluire sangue al cervello e apporterà benefici ai seni nasali
  • Se riesci a sederti in maniera completa sui talloni, la pressione gentile del tuo peso sulle gambe, sui piedi e sull’addome ti aiuterà ad alleviare la fatica nella parte inferiore del corpo
Controindicazioni/Precauzioni
  • Diarrea
  • Gravidanza
  • Problemi alle ginocchia: evitate questa posizione a meno che non siate assistiti da un insegnante esperto.
  • Chi soffre di problemi cardiovascolari dovrebbe mettere dei cuscini sotto la fronte e il petto così che la testa non scenda al di sotto del cuore
  • Questa posizione va evitata in caso di protesi all’anca o di recente lussazione dell’anca

Modifiche e supporti
  • Se avete difficoltà a stare seduti sui talloni in questa posizione, mettete una spessa coperta ripiegata tra la parte posteriore delle cosce e i muscoli dei polpacci.
Variante

  • Per aumentare la lunghezza del busto, distendete le braccia in avanti. Sollevate leggermente i glutei allontanandoli dai talloni. Allungate le braccia e contemporaneamente abbassate le scapole lungo la schiena. Poi, senza muovere le mani, abbassate i glutei appoggiandoli nuovamente sui talloni.
Posizione preparatoria
  • Virasana
  • Posizioni successive
  • Balasana è una posizione di riposo che può precedere o seguire qualsiasi asana.
Consigli per i principianti
  • Generalmente non respiriamo coscientemente e completamente nella schiena. Balasana vi offre un’eccellente opportunità di fare proprio questo. Immaginate che ogni inspirazione “sollevi a cupola” la schiena verso il soffitto, allungando e allargando la colonna vertebrale. Poi, con ogni espirazione, lasciate andare il busto un po’ più in profondità nella piega.
Esercitarsi con un compagno
  • Un compagno può aiutarvi ad allungare la forma “a cupola” della schiena in questa posizione. Il compagno dovrebbe stare in piedi al vostro fianco (a destra o a sinistra). Dovrebbe poi mettere una mano sul vostro osso sacro (con le dita puntate verso il coccige) e l’altra mano nel mezzo della schiena (con le dita puntate verso la vostra testa). Mentre espirate, il compagno preme delicatamente verso il basso (verso terra) e, senza muovere fisicamente le mani, le sfrega in direzioni opposte. Aiutate il compagno a regolare la pressione sulla vostra schiena, chiedetene di più o di meno, ma fate in modo che applichi più pressione quando espirate. 

sabato 5 maggio 2012

AGGRAPPATI AL MIO BRACCIO


Ora aggrappati al mio braccio, tieniti forte. Visiteremo luoghi oscuri, ma io credo di sapere la strada. Tu bada solo a non lasciarmi il braccio. E se dovessi baciarti nel buio, non sarà niente di grave: è solo perché tu sei il mio AMORE.
(Tratto da "Scheletri" di Stephen King)


STEVE JOBS


Ricordarsi che morirò presto è il più importante strumento che io abbia mai incontrato per fare le grandi scelte della vita. Perché quasi tutte le cose - tutte le aspettative di eternità, tutto l'orgoglio, tutti i timori di essere imbarazzati o di fallire - semplicemente svaniscono di fronte all'idea della morte, lasciando solo quello che c'è di realmente importante. Ricordarsi che dobbiamo morire è il modo migliore che io conosca per evitare di cadere nella trappola di chi pensa che avete qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c'è ragione per non seguire il vostro cuore.  [Steve Jobs]


FACCIO QUELLO CHE VOGLIO IO


ROCCO BARBARO "Faccio quello che voglio!"


             
Da quando ti conosco..il più bel giorno...è stato il giorno prima.

Quando gli ho chiesto se fosse ignorante, lui mi ha risposto:"Sì, ma solo da parte di mia madre!!!"

Avevo poco più di vent’anni, ho dovuto aspettare 10 anni prima di compierne trenta.

Quando prendi un calcio nel sedere, ti rendi conto che dietro di te...c'è la fila.

Se proprio non hai più niente da perdere....VINCI.

Sono vent’anni che sono di sinistra e mi ritrovo sempre a destra.. 'ste cazzo di rotonde!

Faccio quello che voglio io...se voglio lavorare, lavoro, sennò ...faccio il vigile urbano
A me se mi dicono: o così o te ne vai, io non me ne vado...faccio così... perchè io faccio quello che voglio faccio...
Mi hanno detto di presentarmi alle nove...precise..sìì precise..sapete a che ora sono arrivato: alle nove meno cinque..io faccio quello che voglio, faccio

mercoledì 2 maggio 2012

L'AFORISTA STEFANON


 MIRCO STEFANON aforismi scelti L'Amore non conosce le mezze misure: all'inizio ci diciamo tutto, alla fine ci diciamo di tutto. Un giorno correremo più veloci della luce e ci ritroveremo al buio. Se l'amore è follia, il matrimonio è una camicia di forza. La TV, se l'accendi, ti spegne. Sono sicuro che arriverei prima se solo sapessi in che direzione correre. Ho meditato a lungo gli insegnamenti dei grandi Maestri e ho imparato che si può sbagliare anche da soli. Siamo angeli custodi dei nostri demoni. Lo specialista è uno che ha scelto di sbagliare in un campo ben preciso. Le donne non mi tradiranno mai: ho piena fiducia nelle mie illusioni. A questo mondo la moltiplicazione dei pani e dei pesci è facile ma la divisione è molto difficile. Dalla luna di miele si torna senza miele e con la luna di traverso. Nella solitudine del deserto crescono i cactus. Nella frenesia rumorosa delle metropoli gli ictus. E' inutile annacquare la vita nel tentativo di allungarla. Ho inseguito per tutta la vita l'amore eterno in compagnia di una donna ad ore. Se l'amore e' cieco l'oculista e' impotente? La TV andrebbe denunciata per sequestro di persona. Amo le auto con una bella linea e le donne senza freni. Cedesi moglie usata otto mesi. Stato interessante. Contro la criminalità' organizzata ci vuole fermezza. Infatti il governo non si muove. Odio le ragazze nevrotiche. Le donne le preferisco distese. E' meglio essere una perla in fondo al mare che un pirla in superficie. Guardi che 'tettte' si scrive con due 't'. A me le tette piacciono abbondanti. Nel presente sono imperfetto ma nel futuro sarò trapassato. L’Amore, come ogni delitto, non è mai perfetto. Anche un ateo può essere in buona fede. A proposito di valori: il denaro si tiene in cassaforte, i sogni in un cassetto.


martedì 1 maggio 2012

UN FIORE FRA I CAPELLI


Vanitas di John William Waterhouse

 Rododendri fra i capelli

 

Nel dipinto Vanitas di John William Waterhouse, pittore vicino ai preraffaelliti, una graziosa ragazza osserva in uno specchio l'effetto di un fiore di rododentro tra i suoi capelli. E' un gesto garbato in cui si legge una vanità innocente, suggerita dal titolo dell'opera. Appare delicata la scelta di non staccare il fiore, ma di accostarlo semplicemente dietro l'orecchio lasciando la pianta intatta. Con quella macchia di rosso al centro, è una corolla perfetta per la donna ritratta, che indossa un vestito nei toni del viola. I rododendri non sono una specie comune quanto le rose, le margherite o i tulipani, eppure in Inghilterra la varietà viola, da tempo si trova facilmente nei boschi. E' dunque una pianta Xenofita, ovvero non indigena, ormai parte integrante della flora inglese e dunque del paesaggio di certe regioni. Ne consegue che la scelta del fiore per questo dipinto non costituisce il riferimento a una ricercatezza esclusiva o a un fascino mondano. Si tratta dunque davvero di una vanità ingenua e innocente. Se però interpretiamo letteralmente il concetto di "vanitas" come il "vuoto" che rimane in un mondo nel quale tutto è passeggero, allora il titolo dell'opera trova la sua legittimazione: questi fiori appassiscono dopo un paio di giorni, e la giovane resta pur sempre un essere destinato a perire. La bella donna nel fiore degli anni, in mezzo al rigoglio dei rododendri, ci ricorda la natura effimera della vita, la tristezza per cui nulla resta e per cui il fiore è da cogliere appena sboccia. Forse la Vanitas di Waterhouse si avvicina piuttosto a un carpe diem.

(Tratto da DONNE CHE AMANO I FIORI di Andreas Honegger)