E
pensare che basterebbe pochissimo. Basterebbe spostare a stacco, la
nostra angolazione visiva. Guardare le cose come fosse la prima
volta. Lasciare fuori campo tutto il conformismo di cui è permeata
la nostra esistenza. Dubitare delle risposte già pronte. Dubitare
dei nostri pensieri fermi sicuri, inamovibili. Dubitare delle nostre
convinzioni, presuntuose e saccenti. Basterebbe smettere una volta
per tutte, di sentirsi sempre delle brave persone. Smettere di
sentirsi vittime delle madri, dei padri, dei figli, mariti, mogli...
quando forse siamo vittime soltanto, della mancanza di potere su noi
stessi. Basterebbe smascherare, smascherare tutto. Smascherare
l'amore, il riso, il pianto, il cuore, il cervello. Smascherare la
nostra falsa coscienza individuale. Subito. Qui e ora.
Sì
basterebbe pochissimo. Non è poi così difficile. Basterebbe
smettere di piagnucolare criticare affermare fare il tifo, e leggere
i giornali. Essere certi solo di ciò che noi viviamo direttamente.
Rendersi conto che anche l'uomo più mediocre, diventa geniale se
guarda il mondo con i suoi occhi. Basterebbe smascherare qualsiasi
falsa partecipazione. Rendersi conto che l'unico obiettivo non può
essere il miglioramento delle nostre condizioni economiche, perché
la vera posta in gioco, è la nostra vita. Basterebbe smettere di
sentirsi vittime del denaro, del destino del lavoro, e persino della
politica, perché anche i cattivi governi sono la conseguenza della
stupidità degli uomini. Basterebbe rifiutare, rifiutare la libertà
di calpestare gli altri, ma anche la finta uguaglianza. Smascherare
le nostre presunte sicurezze. Smascherare la nostra falsa coscienza
sociale. Subito. Qui e ora.
Basterebbe
pochissimo. Basterebbe capire che un uomo non può essere veramente
vitale, se non si sente parte di qualche cosa. Basterebbe smettere di
credere di poter salvare il mondo, con l’illusione della cosiddetta
solidarietà. Rendersi conto che la crescita del mercato, può anche
essere indispensabile alla nostra sopravvivenza, ma che la sua
inarrestabile espansione, ci rende sempre più egoisti, e più
volgari.
Basterebbe
abbandonare l’idea di qualsiasi facile soluzione, ma abbandonare
anche il nostro appassionato pessimismo e trovare finalmente
l'audacia, di frequentare il futuro, con gioia.
Perché
la spinta utopistica, non è mai accorata o piangente. La spinta
utopistica non ha memoria, e non si cura di dolorose attese. La
spinta utopistica è, subito. Qui e ora.
Da
“Una nuova coscienza” di Giorgio Gaber
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