Dove mi sta portando la mia anima? E' possibile conoscere il punto esatto dove finirà il volo di una foglia d'autunno che cade?
domenica 18 agosto 2013
sabato 17 agosto 2013
venerdì 16 agosto 2013
PERCHE' SIAMO NAVIGANTI SENZA NAVIGARE MAI
NAVIGANTI di Bruno Lauzi
Siamo
stati naviganti con l'acqua alla gola
e
in tutto questo bell' andare quello che ci consola
è
che siamo stati lontano e siamo stati anche bene
e
siamo stati vicini e siamo stati insieme
Siamo
stati contadini noi due senza conoscere la terra
e
piccoli soldati senza amare la guerra,
ci
hanno mandati lontano senza spiegarci bene
e
siamo stati male, e siamo ancora insieme
A
grandi corridori di corse in salita
che
alzavano la testa dal manubrio
per
vedere se fosse finita,
allenati
alla corsa sì , allenati alla gara
e
preparati a cadere e a tutto quello che s'impara,
Innamorati
della sera, innamorati della luna
conoscitori
della notte, senza averne paura,
innamorati
di quel fiore che non vuole mai dire:
ecco,
è tutto finito e bisogna partire.
Ora
è il momento di mettersi a dormire
lasciando
scivolare il libro che ci ha aiutati a capire
che
basta un filo di vento per venirci a guidare
perché
siamo naviganti senza navigare mai.
giovedì 15 agosto 2013
venerdì 9 agosto 2013
giovedì 8 agosto 2013
E PARTO
I GIUSTI
I
GIUSTI
(Jorge
Luis Borges Buenos Aires, Argentina 24/8/1899 – Ginevra, Svizzera
14/6/1986)
Un
uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi
è contento che sulla terra esista la musica.
Chi
scopre con piacere una etimologia.
Due
impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi.
Il
ceramista che intuisce un colore e una forma.
Il
tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una
donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi
accarezza un animale addormentato.
Chi
giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi
è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi
preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali
persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
E PENSARE CHE BASTEREBBE POCO
E
pensare che basterebbe pochissimo. Basterebbe spostare a stacco, la
nostra angolazione visiva. Guardare le cose come fosse la prima
volta. Lasciare fuori campo tutto il conformismo di cui è permeata
la nostra esistenza. Dubitare delle risposte già pronte. Dubitare
dei nostri pensieri fermi sicuri, inamovibili. Dubitare delle nostre
convinzioni, presuntuose e saccenti. Basterebbe smettere una volta
per tutte, di sentirsi sempre delle brave persone. Smettere di
sentirsi vittime delle madri, dei padri, dei figli, mariti, mogli...
quando forse siamo vittime soltanto, della mancanza di potere su noi
stessi. Basterebbe smascherare, smascherare tutto. Smascherare
l'amore, il riso, il pianto, il cuore, il cervello. Smascherare la
nostra falsa coscienza individuale. Subito. Qui e ora.
Sì
basterebbe pochissimo. Non è poi così difficile. Basterebbe
smettere di piagnucolare criticare affermare fare il tifo, e leggere
i giornali. Essere certi solo di ciò che noi viviamo direttamente.
Rendersi conto che anche l'uomo più mediocre, diventa geniale se
guarda il mondo con i suoi occhi. Basterebbe smascherare qualsiasi
falsa partecipazione. Rendersi conto che l'unico obiettivo non può
essere il miglioramento delle nostre condizioni economiche, perché
la vera posta in gioco, è la nostra vita. Basterebbe smettere di
sentirsi vittime del denaro, del destino del lavoro, e persino della
politica, perché anche i cattivi governi sono la conseguenza della
stupidità degli uomini. Basterebbe rifiutare, rifiutare la libertà
di calpestare gli altri, ma anche la finta uguaglianza. Smascherare
le nostre presunte sicurezze. Smascherare la nostra falsa coscienza
sociale. Subito. Qui e ora.
Basterebbe
pochissimo. Basterebbe capire che un uomo non può essere veramente
vitale, se non si sente parte di qualche cosa. Basterebbe smettere di
credere di poter salvare il mondo, con l’illusione della cosiddetta
solidarietà. Rendersi conto che la crescita del mercato, può anche
essere indispensabile alla nostra sopravvivenza, ma che la sua
inarrestabile espansione, ci rende sempre più egoisti, e più
volgari.
Basterebbe
abbandonare l’idea di qualsiasi facile soluzione, ma abbandonare
anche il nostro appassionato pessimismo e trovare finalmente
l'audacia, di frequentare il futuro, con gioia.
Perché
la spinta utopistica, non è mai accorata o piangente. La spinta
utopistica non ha memoria, e non si cura di dolorose attese. La
spinta utopistica è, subito. Qui e ora.
Da
“Una nuova coscienza” di Giorgio Gaber
TU SEI INGENUO
Tu
sei un ingenuo.
Tu
credi che se un uomo ha un'idea nuova, geniale, abbia anche il dovere
di divulgarla. Tu sei un ingenuo. Prima di tutto perché credi ancora
alle idee geniali. Ma quel che é peggio, é che credi all'effetto
benefico dell'espansione della cultura.
No,
al momento ogni uomo dovrebbe avere un suo luogo del pensiero,
protetto e silenzioso. La cultura, dev’essere segreta, non esiste
una sola idea importante di cui la stupidità non abbia saputo
servirsi.
Tu
mi dirai che la divulgazione, é un dovere civile, e che evolve il
livello della gente, non riesci proprio a distaccarti da un residuo
populista, e anche un po' patetico. Purtroppo oggi, appena un'idea
esce da una stanza, é subito merce, merce di scambio, roba da
supermercato. La gente se la trova lì, senza fatica, e se la spalma
sul pane, come la Nutella.
No,
la cultura è delicata, e anche permalosa, ci resta male se non si
sente amata, o se le viene il sospetto di non essere un bisogno vero.
La cultura, è come una luce, che quando si espande troppo, perde la
sua luminosità. Il frastuono della cattiva divulgazione la
affievolisce, soltanto il silenzio, ne salva l’intensità.
Tu
sei un ingenuo, perché credi che la politica possa risolvere i
problemi.
Cercare
oggi di migliorare le condizioni di vita del Paese con qualsiasi tipo
di politica, é come fare un po' di pulizie, a bordo del Titanic che
sta affondando.
Tu
sei un ingenuo, anche quando credi che un po' di misticismo di
seconda mano, ti possa salvare.
E
allora tu mi dirai: "Non c'é salvezza" No, questo non si
può dire. Le risorse dell'uomo sono imprevedibili. Si potrebbe forse
cominciare a pensare, o anche a operare, nel senso di un cambiamento
sostanziale dell'animale uomo. Una specie di mutazione antropologica.
Da
“L'ingenuo” di Giorgio Gaber
IL POTERE DEI PIU' BUONI
La
mia vita di ogni giorno
è
preoccuparmi di ciò che ho intorno
sono
sensibile e umano
probabilmente
sono il più buono
Ho
dentro il cuore un affetto vero
per
i bambini del mondo intero
ogni
tragedia nazionale è il mio terreno naturale
perché
dovunque c'è sofferenza
sento
la voce della mia coscienza
Penso
ad un popolo multirazziale
ad
uno stato molto solidale
che
stanzi fondi in abbondanza
perché
il mio motto è l'accoglienza
Penso
al problema degli albanesi
dei
marocchini dei senegalesi
bisogna
dare appartamenti
ai
clandestini e anche ai parenti
e
per gli zingari degli albergoni
coi
frigobar e le televisioni
E'
il potere dei più buoni
é
il potere dei più buoni
son
già iscritto a più di mille associazioni
é
il potere dei più buoni
e
organizzo dovunque manifestazioni
La
mia vita di ogni giorno
è
preoccuparmi di ciò che ho intorno
ho
una passione travolgente
per
gli animali e per l'ambiente
Penso
alle vipere sempre più rare
e
anche al rispetto per le zanzare
In
questi tempi così immorali
io
penso agli habitat naturali
penso
alla cosa più importante
che
è abbracciare le piante
Penso
al ricupero dei criminali
delle
puttane e dei transessuali
penso
allo stress degli alluvionati
al
tempo libero dei carcerati
Penso
alle nuove povertà
che
danno molta visibilità
penso
che è bello sentirsi buoni
usando
i soldi degli italiani
È
il potere dei più buoni
è
il potere dei più buoni
costruito
sulle tragedie e sulle frustrazioni
è
il potere dei più buoni
che
un domani può venir buono per le elezioni
PROPOSITO D'AMARE
che
ora sto cercando
non
é bisogno di avventura
né
paura di vivere da solo
non
é il richiamo
dell'ennesima
poesia
ma
un credo più profondo
Perché
senza due corpi
e
due pensieri differenti
finisce
il mondo.
da
“Proposito d'amare” di Giorgio Gaber
VIVIAMO INTENSAMENTE
VIVIAMO
INTENSAMENTE...
(di
Gaio Valerio Catullo 84 a.C.-55 a.C.)
Vivamus
mea Lesbia, atque amemus,
rumoresque
senum seueriorum
omnes
unius aestimemus assis!
soles
occidere et redire possunt:
nobis
cum semel occidit breuis lux,
nox
est perpetua una dormienda.
da
mi basia mille, deinde centum,
dein
mille altera, dein secunda centum,
deinde
usque altera mille, deinde centum.
dein,
cum milia multa fecerimus,
conturbabimus
illa, ne sciamus,
aut
ne quis malus inuidere possit,
cum
tantum sciat esse basiorum.
Viviamo,
mia Lesbia, e amiamo,
e
i rimproveri dei vecchi troppo austeri
tutti
insieme non stimiamoli un soldo.
Il
sole può tramontare e tornare;
ma
noi, quando cade la creve luce della vita,
dobbiamo
dormire una sola interminabile notte.
Dammi
mille baci, poi altri cento,
poi
altri mille, poi ancora altri cento,
poi
di seguito mille, poi di nuovo altri cento.
Poi,
quando ne avremo dati migliaia,
confonderemo
le somme, per non sapere,
e
perché nessun malvagio ci invidi
sapendo
che esiste un dono così grande di baci.
TESTAMENTO
TESTAMENTO
di
Kriton Athanasulis 1916-1979
Non
voglio che tu sia lo zimbello del mondo.
Ti
lascio il sole che lasciò mio padre
a
me. Le stelle brilleranno uguali, e uguali
t’indurranno
le notti a dolce sonno,
il
mare t’empirà di sogni. Ti lascio
il
mio sorriso amareggiato: fanne scialo,
ma
non tradirmi. Il mondo è povero
oggi.
S’è tanto insanguinato questo mondo
ed
è rimasto povero. Diventa ricco tu
guadagnando
l’amore del mondo.
Ti
lascio la mia lotta incompiuta
e
l’arma con la canna arroventata.
Non
l’appendere al muro. Il mondo ne ha bisogno.
Ti
lascio il mio cordoglio. Tanta pena
vinta
nelle battaglie del mio tempo.
E
ricorda. Quest’ordine ti lascio.
Ricordare
vuol dire non morire.
Non
dire mai che sono stato indegno, che
disperazione
mi ha portato avanti e son rimasto
indietro
al di qua della trincea.
Ho
gridato, gridato mille e mille volte no,
ma
soffiava un gran vento, e pioggia, e grandine:
hanno
sepolto la mia voce. Ti lascio
la
mia storia vergata con la mano
d’una
qualche speranza. A te finirla.
Ti
lascio i simulacri degli eroi
con
le mani mozzate,
ragazzi
che non fecero a tempo
ad
assumere austere forme d’uomo,
madri
vestite di bruno, fanciulle violentate.
Ti
lascio la memoria di Belsen e Auschwitz.
Fa
presto a farti grande. Nutri bene
il
tuo gracile cuore con la carne
della
pace del mondo, ragazzo, ragazzo.
Impara
che milioni di fratelli innocenti
svanirono
d’un tratto nelle nevi gelate
in
una tomba comune e spregiata.
Si
chiamano nemici: già! I nemici dell’odio.
Ti
lascio l’indirizzo della tomba
perché
tu vada a leggere l’epigrafe.
Ti
lascio accampamenti
d’una
città con tanti prigionieri,
dicono
sempre si, ma dentro loro mugghia
l’imprigionato
no dell’uomo libero.
Anch’io
sono di quelli che dicono, di fuori,
il
sì della necessità, ma nutro, dentro, il no.
Così
è stato il mio tempo. Gira l’occhio
dolce
al nostro crepuscolo amaro.
Il
pane è fatto di pietra, l’acqua fango,
la
verità un uccello che non canta.
E’
questo che ti lascio. Io conquistai il coraggio
d’essere
fiero. Sforzati di vivere.
Salta
il fosso da solo e fatti libero.
Attendo
nuove. E’ questo che ti lascio.
LA SEDUZIONE
CONTRO
LA SEDUZIONE
Bertolt
Brecht
(Augusta,
Germania 10/2/1898 – Berlino, Germania 14/8/1956)
Non
vi fate sedurre;
non
esiste ritorno.
Il
giorno sta alle porte,
già
è qui vento di notte.
Altro
mattino non verrà.
Non
vi lasciate illudere
che
è poco, la vita.
Bevetela
a grandi sorsi,
non
vi sarà bastata
quando
dovrete perderla.
Non
vi date conforto;
vi
resta poco tempo.
Chi
è disfatto, marcisca.
La
vita è la più grande:
nulla
sarà più vostro.
Non
vi fate sedurre
da
schiavitù e da piaghe.
Che
cosa vi può ancora spaventare?
Morite
con tutte le bestie
e
non c’è niente, dopo.
DEDICATION
Una
dedica a mia moglie
Thomas
Stearns Eliot
Saint
Louis, Usa 26/9/1888 - Londra, Inghilterra 4/1/1965
Premio
Nobel per la letteratura 1948
Che
tiene desti i miei sensi nella veglia,
E
il ritmo che governa il riposo nel sonno,
Il
respiro comune
Di
due che si amano, e i corpi
Profumano
l'uno dell'altro,
Che
pensano uguali pensieri
E
non hanno bisogno di parole
E
si sussurrano uguali parole
Che
non hanno bisogno di significato.
L'irritabile
vento dell'inverno non potrà gelare
Il
rude sole del tropico non potrà mai disseccare le rose
Nel
giardino di rose che è nostro ed è nostro soltanto
Ma
questa dedica è scritta affinché altri la leggano:
Sono
parole private che io ti dedico in pubblico.
lunedì 5 agosto 2013
giovedì 25 luglio 2013
IL VENTO CHE...
NON
TI PERDERÒ PER SEMPRE
di
Umberto Crocetti
Non
ti perderò per sempre,
avrò
per te, lo sai, un dolore calmo,
un
abbraccio inconsueto, un sogno
mai
concluso.
Non
ti cercherò tra le ombre,
mi
stupirò, semmai, del tuo
silenzio,
quando un’eco smarrita
di
memoria riporterà quel tuo
gioco
di labbra.
Io
resto. Sulle colline il grano già
matura,
ruba luce al tramonto,
chino
il capo, alle mie spalle gocciola
un
respiro.
Mi
volto, quasi a cercare la tua assenza,
vedo
quel vento smuovere le spighe,
spingo
avanti il mio passo e dentro il petto
tintinna
il suono
della
tua cavigliera.uanto a me
ho
le braccia a pezzi
a
furia di abbracciare nuvole.
IL TUO AMORE
NON È IL TUO AMORE CHE VOGLIO
di
Federico García Lorca
Non
è il tuo amore che voglio,
voglio
soltanto saperti vicina
e
che muta e silenziosa
di
tanto in tanto, mi tenda la tua mano.
IO LO CHIAMO CON IL TUO NOME
LA
QUERCIA INCANTATA
di
Catherine Morena Ramos
Non
importa quanto tu sia lontano.
I
legami tra le anime esistono perché creati dal pensiero.
Fili
invisibili che legano ricamando sull’anima
tutto
ciò che gli occhi non possono vedere,
e
lo trasformano in emozione, in gioia, in dolore.
Anche
in ricordo.
In
sorriso o in lacrima.
Avviene
tutto dentro.
Nei
meandri del cuore, nei nascondigli della mente.
E
vivono come tatuaggio sulla pelle dell’anima.
E
arrivano ovunque.
E
toccano l’oltre.
Un
pensiero mi lega a te.
Un
pensiero che gli altri chiamano amore.
Io
invece lo chiamo con il tuo nome.
mercoledì 24 luglio 2013
TIENIMI PER MANO AL TRAMONTO
Tienimi
per mano al tramonto,
quando
la luce del giorno si spegne e l’oscurità fa scivolare il suo
drappo di stelle.
Tienila
stretta quando non riesco a viverlo questo mondo imperfetto.
Tienimi
per mano… portami dove il tempo non esiste.
Tienila
stretta nel difficile vivere.
Tienimi
per mano… nei giorni in cui mi sento disorientata
cantami
la canzone delle stelle, dolce cantilena di voci respirate.
Tienimi
la mano, e stringila forte prima che l’insolente fato possa
portarmi via da te.
Tienimi
per mano e non lasciarmi andare… mai…
Herman
Hesse
domenica 21 luglio 2013
domenica 14 luglio 2013
COS'E' DAVVERO IMPORTANTE?
Zeitgeist:
Moving Forward
di
Peter Joseph - Versione Italiana (Doppiaggio 2012) durata 2:38:54
Questo
documentario, attraverso interviste ad esperti, narrazioni e sequenze
animate, identifica alcuni problemi della società e propone un modo
per vivere in equilibrio con l'ambiente, senza inquinare né
distruggere le risorse naturali.
Il
film è diviso in quattro capitoli.
CAPITOLO
I: LA NATURA UMANA
L'essere
umano ha una grande flessibilità adattiva e viene inconsapevolmente
programmato per alcuni requisiti ambientali o bisogni umani.
Non
siamo modellati dalla genetica ma dall'ambiente che ci circonda.
Se
un individuo vive in un ambiente collaborativo, empatico e pacifico
tenderà ad assumere egli stesso tali caratteristiche.
Le
condizioni che abbiamo creato nel mondo moderno sono spesso causa di
malattie mentali e fisiche ma anche molti comportamenti umani
dannosi.
CAPITOLO
II: PATOLOGIA SOCIALE
La
più grande sorgente di paralisi sociale, il più grande distruttore
dell'ecologia, la maggiore sorgente di spreco e inquinamento, il più
grande fomentatore di violenza, guerra, crimine, povertà, il
maggiore generatore di disordini mentali, depressione, ansia non è
qualche disonesta Corporation o cartello bancario, non è qualche
imperfezione della natura umana e non è qualche cabala segreta che
controlla il mondo, è in realtà il sistema socio-economico stesso,
basato su profitto, competizione e distorsione dei valori.
CAPITOLO
III: PROGETTO TERRA
Un
modello di economia basata sulle risorse applica il metodo
scientifico per l'interesse sociale e questo non è limitato
solamente all'efficienza tecnica, ma considera anche il benessere
dell'individuo.
Con
la rimozione del sistema monetario e le necessità primarie garantite
vedremo immediatamente una riduzione globale del crimine, perché non
ci sarebbe niente di cui appropriarsi, rubare o per cui truffare.
Il
95% dei criminali si trovano in prigione a causa di qualche crimine
legato ai soldi o all'abuso di droga e l'abuso di droga è un
disordine, non un crimine.
CAPITOLO
IV: L'ASCESA
In
questo sistema basato sul profitto se non c'è incentivo economico,
le cose non accadono.
Lo
schema piramidale del debito globale sta lentamente spegnendo il
mondo intero.
Il
30% delle terre coltivabili è diventato improduttivo.
I
valori dominanti di una cultura tendono a sostenere e perpetuare ciò
che viene premiato da tale cultura.
In
una società dove il successo e lo status si misurano in termini di
ricchezza materiale - e non in contributo sociale - è facile capire
perché il mondo oggi si trovi in uno stato di collasso.
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