venerdì 16 agosto 2013

PERCHE' SIAMO NAVIGANTI SENZA NAVIGARE MAI


NAVIGANTI di Bruno Lauzi  

Siamo stati naviganti con l'acqua alla gola
e in tutto questo bell' andare quello che ci consola
è che siamo stati lontano e siamo stati anche bene
e siamo stati vicini e siamo stati insieme

Siamo stati contadini noi due senza conoscere la terra
e piccoli soldati senza amare la guerra,
ci hanno mandati lontano senza spiegarci bene
e siamo stati male, e siamo ancora insieme

A grandi corridori di corse in salita
che alzavano la testa dal manubrio
per vedere se fosse finita,
allenati alla corsa sì , allenati alla gara
e preparati a cadere e a tutto quello che s'impara,

Innamorati della sera, innamorati della luna
conoscitori della notte, senza averne paura,
innamorati di quel fiore che non vuole mai dire:
ecco, è tutto finito e bisogna partire.

Ora è il momento di mettersi a dormire
lasciando scivolare il libro che ci ha aiutati a capire
che basta un filo di vento per venirci a guidare
perché siamo naviganti senza navigare mai.

giovedì 8 agosto 2013

E IL CUORE



NON PENSARE



OSHO



E PARTO

Osservo il verde fuori dalla finestra.
Respiro aria pulita. Fresca.
Asciugo le lacrime.
Un respiro profondo.
E parto.
Da http://visionariafollia.wordpress.com


Lago di Fusine


POESIA CHEROKEE
(Norman Hudson Russell indiano Cherokee n. Big Stone Gap, Virginia nel 1921)

Come l’albero non finisce con le punte
delle sue radici o dei suoi rami,
e l’uccello non finisce con le sue piume
e col suo volo, e la Terra non finisce
con i suoi monti più alti:

così anch’io non finisco con le mie braccia,
i miei piedi, la mia pelle,
ma mi espando di continuo con la mia voce
e il mio pensiero, oltre ogni spazio
e ogni tempo, perché la mia anima è il mondo.




LA VITA E' UN MISTERO



I GIUSTI

I GIUSTI
(Jorge Luis Borges Buenos Aires, Argentina 24/8/1899 – Ginevra, Svizzera 14/6/1986)


Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che intuisce un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.

E PENSARE CHE BASTEREBBE POCO

E pensare che basterebbe pochissimo. Basterebbe spostare a stacco, la nostra angolazione visiva. Guardare le cose come fosse la prima volta. Lasciare fuori campo tutto il conformismo di cui è permeata la nostra esistenza. Dubitare delle risposte già pronte. Dubitare dei nostri pensieri fermi sicuri, inamovibili. Dubitare delle nostre convinzioni, presuntuose e saccenti. Basterebbe smettere una volta per tutte, di sentirsi sempre delle brave persone. Smettere di sentirsi vittime delle madri, dei padri, dei figli, mariti, mogli... quando forse siamo vittime soltanto, della mancanza di potere su noi stessi. Basterebbe smascherare, smascherare tutto. Smascherare l'amore, il riso, il pianto, il cuore, il cervello. Smascherare la nostra falsa coscienza individuale. Subito. Qui e ora.
Sì basterebbe pochissimo. Non è poi così difficile. Basterebbe smettere di piagnucolare criticare affermare fare il tifo, e leggere i giornali. Essere certi solo di ciò che noi viviamo direttamente. Rendersi conto che anche l'uomo più mediocre, diventa geniale se guarda il mondo con i suoi occhi. Basterebbe smascherare qualsiasi falsa partecipazione. Rendersi conto che l'unico obiettivo non può essere il miglioramento delle nostre condizioni economiche, perché la vera posta in gioco, è la nostra vita. Basterebbe smettere di sentirsi vittime del denaro, del destino del lavoro, e persino della politica, perché anche i cattivi governi sono la conseguenza della stupidità degli uomini. Basterebbe rifiutare, rifiutare la libertà di calpestare gli altri, ma anche la finta uguaglianza. Smascherare le nostre presunte sicurezze. Smascherare la nostra falsa coscienza sociale. Subito. Qui e ora.
Basterebbe pochissimo. Basterebbe capire che un uomo non può essere veramente vitale, se non si sente parte di qualche cosa. Basterebbe smettere di credere di poter salvare il mondo, con l’illusione della cosiddetta solidarietà. Rendersi conto che la crescita del mercato, può anche essere indispensabile alla nostra sopravvivenza, ma che la sua inarrestabile espansione, ci rende sempre più egoisti, e più volgari.
Basterebbe abbandonare l’idea di qualsiasi facile soluzione, ma abbandonare anche il nostro appassionato pessimismo e trovare finalmente l'audacia, di frequentare il futuro, con gioia.
Perché la spinta utopistica, non è mai accorata o piangente. La spinta utopistica non ha memoria, e non si cura di dolorose attese. La spinta utopistica è, subito. Qui e ora.
Da “Una nuova coscienza” di Giorgio Gaber

TU SEI INGENUO

Tu sei un ingenuo.
Tu credi che se un uomo ha un'idea nuova, geniale, abbia anche il dovere di divulgarla. Tu sei un ingenuo. Prima di tutto perché credi ancora alle idee geniali. Ma quel che é peggio, é che credi all'effetto benefico dell'espansione della cultura.
No, al momento ogni uomo dovrebbe avere un suo luogo del pensiero, protetto e silenzioso. La cultura, dev’essere segreta, non esiste una sola idea importante di cui la stupidità non abbia saputo servirsi.
Tu mi dirai che la divulgazione, é un dovere civile, e che evolve il livello della gente, non riesci proprio a distaccarti da un residuo populista, e anche un po' patetico. Purtroppo oggi, appena un'idea esce da una stanza, é subito merce, merce di scambio, roba da supermercato. La gente se la trova lì, senza fatica, e se la spalma sul pane, come la Nutella.
No, la cultura è delicata, e anche permalosa, ci resta male se non si sente amata, o se le viene il sospetto di non essere un bisogno vero. La cultura, è come una luce, che quando si espande troppo, perde la sua luminosità. Il frastuono della cattiva divulgazione la affievolisce, soltanto il silenzio, ne salva l’intensità.

Tu sei un ingenuo, perché credi che la politica possa risolvere i problemi.
Cercare oggi di migliorare le condizioni di vita del Paese con qualsiasi tipo di politica, é come fare un po' di pulizie, a bordo del Titanic che sta affondando.
Tu sei un ingenuo, anche quando credi che un po' di misticismo di seconda mano, ti possa salvare.
E allora tu mi dirai: "Non c'é salvezza" No, questo non si può dire. Le risorse dell'uomo sono imprevedibili. Si potrebbe forse cominciare a pensare, o anche a operare, nel senso di un cambiamento sostanziale dell'animale uomo. Una specie di mutazione antropologica.
Da “L'ingenuo” di Giorgio Gaber

IL POTERE DEI PIU' BUONI

 

La mia vita di ogni giorno
è preoccuparmi di ciò che ho intorno
sono sensibile e umano
probabilmente sono il più buono

Ho dentro il cuore un affetto vero
per i bambini del mondo intero
ogni tragedia nazionale è il mio terreno naturale
perché dovunque c'è sofferenza
sento la voce della mia coscienza

Penso ad un popolo multirazziale
ad uno stato molto solidale
che stanzi fondi in abbondanza
perché il mio motto è l'accoglienza

Penso al problema degli albanesi
dei marocchini dei senegalesi
bisogna dare appartamenti
ai clandestini e anche ai parenti
e per gli zingari degli albergoni
coi frigobar e le televisioni

E' il potere dei più buoni
é il potere dei più buoni
son già iscritto a più di mille associazioni
é il potere dei più buoni
e organizzo dovunque manifestazioni

La mia vita di ogni giorno
è preoccuparmi di ciò che ho intorno
ho una passione travolgente
per gli animali e per l'ambiente

Penso alle vipere sempre più rare
e anche al rispetto per le zanzare

In questi tempi così immorali
io penso agli habitat naturali
penso alla cosa più importante
che è abbracciare le piante

Penso al ricupero dei criminali
delle puttane e dei transessuali
penso allo stress degli alluvionati
al tempo libero dei carcerati

Penso alle nuove povertà
che danno molta visibilità
penso che è bello sentirsi buoni
usando i soldi degli italiani

È il potere dei più buoni
è il potere dei più buoni
costruito sulle tragedie e sulle frustrazioni
è il potere dei più buoni
che un domani può venir buono per le elezioni

CHI AMA



PROPOSITO D'AMARE

Un grande amore 
che ora sto cercando
non é bisogno di avventura
né paura di vivere da solo
non é il richiamo
dell'ennesima poesia
ma un credo più profondo
Perché senza due corpi
e due pensieri differenti
finisce il mondo.
da “Proposito d'amare” di Giorgio Gaber

VIVIAMO INTENSAMENTE

VIVIAMO INTENSAMENTE...
(di Gaio Valerio Catullo 84 a.C.-55 a.C.)


Vivamus mea Lesbia, atque amemus,
rumoresque senum seueriorum
omnes unius aestimemus assis!
soles occidere et redire possunt:
nobis cum semel occidit breuis lux,
nox est perpetua una dormienda.
da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum.
dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus,
aut ne quis malus inuidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum.

Viviamo, mia Lesbia, e amiamo,
e i rimproveri dei vecchi troppo austeri
tutti insieme non stimiamoli un soldo.
Il sole può tramontare e tornare;
ma noi, quando cade la creve luce della vita,
dobbiamo dormire una sola interminabile notte.
Dammi mille baci, poi altri cento,
poi altri mille, poi ancora altri cento,
poi di seguito mille, poi di nuovo altri cento.
Poi, quando ne avremo dati migliaia,
confonderemo le somme, per non sapere,
e perché nessun malvagio ci invidi
sapendo che esiste un dono così grande di baci.


IL SILENZIO



I BAMBINI IMPARANO CIO' CHE VIVONO



TESTAMENTO

TESTAMENTO
di Kriton Athanasulis 1916-1979


Non voglio che tu sia lo zimbello del mondo.
Ti lascio il sole che lasciò mio padre
a me. Le stelle brilleranno uguali, e uguali
t’indurranno le notti a dolce sonno,
il mare t’empirà di sogni. Ti lascio
il mio sorriso amareggiato: fanne scialo,
ma non tradirmi. Il mondo è povero
oggi. S’è tanto insanguinato questo mondo
ed è rimasto povero. Diventa ricco tu
guadagnando l’amore del mondo.
Ti lascio la mia lotta incompiuta
e l’arma con la canna arroventata.
Non l’appendere al muro. Il mondo ne ha bisogno.
Ti lascio il mio cordoglio. Tanta pena
vinta nelle battaglie del mio tempo.
E ricorda. Quest’ordine ti lascio.
Ricordare vuol dire non morire.
Non dire mai che sono stato indegno, che
disperazione mi ha portato avanti e son rimasto
indietro al di qua della trincea.
Ho gridato, gridato mille e mille volte no,
ma soffiava un gran vento, e pioggia, e grandine:
hanno sepolto la mia voce. Ti lascio
la mia storia vergata con la mano
d’una qualche speranza. A te finirla.
Ti lascio i simulacri degli eroi
con le mani mozzate,
ragazzi che non fecero a tempo
ad assumere austere forme d’uomo,
madri vestite di bruno, fanciulle violentate.
Ti lascio la memoria di Belsen e Auschwitz.
Fa presto a farti grande. Nutri bene
il tuo gracile cuore con la carne
della pace del mondo, ragazzo, ragazzo.
Impara che milioni di fratelli innocenti
svanirono d’un tratto nelle nevi gelate
in una tomba comune e spregiata.
Si chiamano nemici: già! I nemici dell’odio.
Ti lascio l’indirizzo della tomba
perché tu vada a leggere l’epigrafe.
Ti lascio accampamenti
d’una città con tanti prigionieri,
dicono sempre si, ma dentro loro mugghia
l’imprigionato no dell’uomo libero.
Anch’io sono di quelli che dicono, di fuori,
il sì della necessità, ma nutro, dentro, il no.
Così è stato il mio tempo. Gira l’occhio
dolce al nostro crepuscolo amaro.
Il pane è fatto di pietra, l’acqua fango,
la verità un uccello che non canta.
E’ questo che ti lascio. Io conquistai il coraggio
d’essere fiero. Sforzati di vivere.
Salta il fosso da solo e fatti libero.
Attendo nuove. E’ questo che ti lascio.


LA SEDUZIONE

CONTRO LA SEDUZIONE
Bertolt Brecht
(Augusta, Germania 10/2/1898 – Berlino, Germania 14/8/1956)

Non vi fate sedurre;
non esiste ritorno.
Il giorno sta alle porte,
già è qui vento di notte.
Altro mattino non verrà.

Non vi lasciate illudere
che è poco, la vita.
Bevetela a grandi sorsi,
non vi sarà bastata
quando dovrete perderla.

Non vi date conforto;
vi resta poco tempo.
Chi è disfatto, marcisca.
La vita è la più grande:
nulla sarà più vostro.

Non vi fate sedurre
da schiavitù e da piaghe.
Che cosa vi può ancora spaventare?
Morite con tutte le bestie
e non c’è niente, dopo.

DEDICATION

Una dedica a mia moglie
Thomas Stearns Eliot
Saint Louis, Usa 26/9/1888 - Londra, Inghilterra 4/1/1965
Premio Nobel per la letteratura 1948

A cui devo la gioia palpitante
Che tiene desti i miei sensi nella veglia,
E il ritmo che governa il riposo nel sonno,
Il respiro comune

Di due che si amano, e i corpi
Profumano l'uno dell'altro,
Che pensano uguali pensieri
E non hanno bisogno di parole
E si sussurrano uguali parole
Che non hanno bisogno di significato.

L'irritabile vento dell'inverno non potrà gelare
Il rude sole del tropico non potrà mai disseccare le rose
Nel giardino di rose che è nostro ed è nostro soltanto

Ma questa dedica è scritta affinché altri la leggano:
Sono parole private che io ti dedico in pubblico.


lunedì 5 agosto 2013

ANITA

                         Hai
                         l’incanto
                   d’un fiume
                       sotto cieli
                         tranquilli.
                                                                             (William Carlos Williams)

giovedì 25 luglio 2013

IL VENTO CHE...


 
NON TI PERDERÒ PER SEMPRE
di Umberto Crocetti

Non ti perderò per sempre,
avrò per te, lo sai, un dolore calmo,
un abbraccio inconsueto, un sogno
mai concluso.

Non ti cercherò tra le ombre,
mi stupirò, semmai, del tuo
silenzio, quando un’eco smarrita
di memoria riporterà quel tuo
gioco di labbra.

Io resto. Sulle colline il grano già
matura, ruba luce al tramonto,
chino il capo, alle mie spalle gocciola
un respiro.

Mi volto, quasi a cercare la tua assenza,
vedo quel vento smuovere le spighe,
spingo avanti il mio passo e dentro il petto
tintinna il suono
della tua cavigliera.uanto a me
ho le braccia a pezzi
a furia di abbracciare nuvole.




CHE SONNO...



NOOOOOOOO



COME VI PARE



LA POZZANGHERA


Quanto a me
ho le braccia a pezzi
a furia di abbracciare nuvole.
Charles Baudelaire

I MIEI ERRORI


AMORE



FIESTA

 

AMAVO


 




IL TUO AMORE



NON È IL TUO AMORE CHE VOGLIO
di Federico García Lorca

Non è il tuo amore che voglio,
voglio soltanto saperti vicina
e che muta e silenziosa
di tanto in tanto, mi tenda la tua mano.



IO LO CHIAMO CON IL TUO NOME

 
 
LA QUERCIA INCANTATA
di Catherine Morena Ramos

Non importa quanto tu sia lontano.
I legami tra le anime esistono perché creati dal pensiero.
Fili invisibili che legano ricamando sull’anima
tutto ciò che gli occhi non possono vedere,
e lo trasformano in emozione, in gioia, in dolore.
Anche in ricordo.
In sorriso o in lacrima.
Avviene tutto dentro.
Nei meandri del cuore, nei nascondigli della mente.
E vivono come tatuaggio sulla pelle dell’anima.
E arrivano ovunque.
E toccano l’oltre.
Un pensiero mi lega a te.
Un pensiero che gli altri chiamano amore.
Io invece lo chiamo con il tuo nome.



E HO VISTO SOLO VASTITA'



























                                                                   

I looked up and all I saw was vastness.
Stars were everywhere, and I was just here.

mercoledì 24 luglio 2013

TIENIMI PER MANO AL TRAMONTO

  

Tienimi per mano al tramonto,
quando la luce del giorno si spegne e l’oscurità fa scivolare il suo drappo di stelle.
Tienila stretta quando non riesco a viverlo questo mondo imperfetto.
Tienimi per mano… portami dove il tempo non esiste.
Tienila stretta nel difficile vivere.
Tienimi per mano… nei giorni in cui mi sento disorientata
cantami la canzone delle stelle, dolce cantilena di voci respirate.
Tienimi la mano, e stringila forte prima che l’insolente fato possa portarmi via da te.
Tienimi per mano e non lasciarmi andare… mai…
Herman Hesse



domenica 14 luglio 2013

COS'E' DAVVERO IMPORTANTE?

Zeitgeist: Moving Forward
di Peter Joseph - Versione Italiana (Doppiaggio 2012) durata 2:38:54




Questo documentario, attraverso interviste ad esperti, narrazioni e sequenze animate, identifica alcuni problemi della società e propone un modo per vivere in equilibrio con l'ambiente, senza inquinare né distruggere le risorse naturali.

Il film è diviso in quattro capitoli.

CAPITOLO I: LA NATURA UMANA
L'essere umano ha una grande flessibilità adattiva e viene inconsapevolmente programmato per alcuni requisiti ambientali o bisogni umani.
Non siamo modellati dalla genetica ma dall'ambiente che ci circonda.
Se un individuo vive in un ambiente collaborativo, empatico e pacifico tenderà ad assumere egli stesso tali caratteristiche.
Le condizioni che abbiamo creato nel mondo moderno sono spesso causa di malattie mentali e fisiche ma anche molti comportamenti umani dannosi.

CAPITOLO II: PATOLOGIA SOCIALE
La più grande sorgente di paralisi sociale, il più grande distruttore dell'ecologia, la maggiore sorgente di spreco e inquinamento, il più grande fomentatore di violenza, guerra, crimine, povertà, il maggiore generatore di disordini mentali, depressione, ansia non è qualche disonesta Corporation o cartello bancario, non è qualche imperfezione della natura umana e non è qualche cabala segreta che controlla il mondo, è in realtà il sistema socio-economico stesso, basato su profitto, competizione e distorsione dei valori.

CAPITOLO III: PROGETTO TERRA
Un modello di economia basata sulle risorse applica il metodo scientifico per l'interesse sociale e questo non è limitato solamente all'efficienza tecnica, ma considera anche il benessere dell'individuo.
Con la rimozione del sistema monetario e le necessità primarie garantite vedremo immediatamente una riduzione globale del crimine, perché non ci sarebbe niente di cui appropriarsi, rubare o per cui truffare.
Il 95% dei criminali si trovano in prigione a causa di qualche crimine legato ai soldi o all'abuso di droga e l'abuso di droga è un disordine, non un crimine.

CAPITOLO IV: L'ASCESA
In questo sistema basato sul profitto se non c'è incentivo economico, le cose non accadono.
Lo schema piramidale del debito globale sta lentamente spegnendo il mondo intero.
Il 30% delle terre coltivabili è diventato improduttivo.
I valori dominanti di una cultura tendono a sostenere e perpetuare ciò che viene premiato da tale cultura.
In una società dove il successo e lo status si misurano in termini di ricchezza materiale - e non in contributo sociale - è facile capire perché il mondo oggi si trovi in uno stato di collasso.