mercoledì 29 febbraio 2012

KAMASUTRA

PICCOLO FIORE



Non mi chiedere il perché
Piccolo Fiore
non saprei risponderti.
Non è facile spiegare
l'odore dell'erba tagliata
il profumo della primavera
e nemmeno il tuo
Piccolo Fiore.

Sarebbe come definire
la forma dell'acqua
o quella delle nuvole
raccontare una favola
ancora da scrivere
il volo di un uccello
nella notte senza luna
un sorriso che deve
ancora nascere.

Lascia solamente
che il vento soffi
il sole splenda
e la nostra musica
riempia l'aria di note
mio Piccolo Fiore.


Paolo Carbonaio


IL VIAGGIO


Il vero viaggio accade dentro,
a riabbracciar noi stessi


C'è un posto, da qualche parte nel mondo,
dove si narrano storie mai udite,
dove il colore del cielo si trasfonde in mille arcobaleni,
dove ogni più piccola emozione può divenire un incanto,
dove puoi perderti negli occhi di un magico incontro.
C'è un posto, da qualche parte nel mondo,
ma non c'è viaggio senza ritorno,
per scoprire che il più fantastico dei viaggi,
è dentro alle cose che ami.
Perché l'unico vero viaggio è l'amore.
Maurizio Fortunato

giovedì 23 febbraio 2012

Cos’è il wabi-sabi?


Cos’è il wabi-sabi?


Wabi-sabi (in Kanji: 侘寂) costituisce una visione del mondo giapponese, o estetica, fondata sull’accoglimento della transitorietà delle cose.

L’espressione deriva da due caratteri (wabi) e (sabi): tale visione, talvolta descritta come “bellezza imperfetta, impermanente e incompleta” deriva dalla dottrina buddhista dell’anitya (sanscrito, giapp. 無常 mujō; impermanenza).

Secondo Koren, il wabi-sabi è la più evidente e particolare caratteristica di ciò che consideriamo come tradizionale bellezza giapponese dove “occupa all’incirca lo stesso posto dei valori estetici come accade per gli ideali di bellezza e perfezione dell’Antica Grecia in Occidente“.

Andrew Juniper afferma che “se un oggetto o un’espressione può provocare dentro noi stessi una sensazione di serena malinconia e un ardore spirituale, allora si può dire che quell’oggetto è wabi-sabi“.
Richard R. Powell riassume dicendo “(il wabi-sabi) nutre tutto ciò che è autentico accettando tre semplici verità: nulla dura, nulla è finito, nulla è perfetto“.

Le parole wabi e sabi non si traducono facilmente.
Wabi si riferiva originariamente alla solitudine della vita nella natura, lontana dalla società; sabi significava “freddo“, “povero” o “appassito“.

Verso il 14esimo secolo questi significati iniziarono a mutare, assumendo connotazioni più positive.
Wabi identifica oggi la semplicità rustica, la freschezza o il silenzio, e può essere applicata sia a oggetti naturali che artificiali, o anche l’eleganza non ostentata. Può anche riferirsi a stranezze o difetti generatisi nel processo di costruzione, che aggiungono unicità ed eleganza all’oggetto.
Sabi è la bellezza o la serenità che accompagna l’avanzare dell’età, quando la vita degli oggetti e la sua impermanenza sono evidenziati dalla patina e dall’usura o da eventuali visibili riparazioni.
Sia wabi che sabi suggeriscono sentimenti di desolazione e solitudine.

Nella visione dell’universo secondo il Buddhismo Mayahana, questi possono essere visti come caratteristiche positive, che rappresentano la liberazione dal mondo materiale e la trascendenza verso una vita più semplice.

La filosofia mahayana stessa, comunque, avverte che la comprensione genuina non può essere raggiunta attraverso le parole o il linguaggio, per questo l’accettazione del wabi-sabi in termini non verbali può costituire l’approccio più giusto.
I concetti di wabi e sabi sono originariamente religiosi, ma l’uso che si fa attualmente di queste parole in giapponese è spesso abbastanza causale. In ciò si può notare la natura sincretica dei sistemi di credenze giapponesi.
Una traduzione molto semplice di wabi-sabi potrebbe essere bellezza triste.
—-
Cos’è il wabi-sabi?
Uso questo termine perchè riassume in una “sola” parola un concetto molto importante.
Uno dei più grandi architetti della storia, Frank Loyd Wright, sosteneva che una costruzione ma più in generale una cosa dovrebbe avere in se la bellezza.
La bellezza deve derivare dalla forma e dal modo in cui è costruita una qualsiasi cosa, non da cosa gli si mette sopra per abbellirla. In termici di economicità potremmo dire che una costruzione wabi-sabi, non necessiterebbe di aggiunte puramente estetiche e costose.

Il wabi-sabi è un ideale artistico tipicamente giapponese che descrive la bellezza di oggetti di fattura rustica e non rifinita, solitamente caratterizzati da un uso di materiali naturali grezzi, da superfici ruvide o corrose dalle intemperie, da assenza di forme geometriche regolari e dai colori scuri o neutri.
Il termine, nato durante il periodo Ashikaga in relazione all’estetica della cerimonia del tè e successivamente allargato a comprendere forme d’arte diverse, è ricco di rimandi a concezioni filosofiche, religiose e morali taoiste e buddhiste e soprattutto alla dottrina del buddhismo zen (l’apprezzamento di una vita a contatto con la natura, la transitorietà del creato e l’inafferrabilità della sua essenza, ecc.).

Calato nel nostro abitare diremo semplicemente che è la bellezza delle cose imperfette, grezze, senza inutili aggiunte prettamente estetiche; è la bellezza delle cose umili e modeste, semplici (lo spendere tanto non è sempre sinonimo di bello), è la bellezza delle cose insolite, diverse, originali.
Fonti: http://www.lamentemente.com

MUSICA RILASSANTE

mercoledì 22 febbraio 2012

NOTTE DI DICEMBRE


NOTTE DI DICEMBRE



Togliti la mantella, il cappello
e le scarpe e fermati al mio focolare
dove nessuna donna si è mai seduta.
Ho fatto il fuoco più vivido; lasciamo
tutto il resto nel buio, e sediamo
accanto alla luce della fiamma.
Il vino è tiepido sul focolare;
riflessi vanno e vengono.
Riscalderò le tue membra con i baci
finchè risplendano.

David Herbert Lawrence


LA FORZA DI RIALZARSI


Riuscirai a trovare la forza di rialzarti così...?

             

CONFUSIONE


SUPERARE LA CONFUSIONE

Spesso, quando cominciamo a lavorare su noi stessi e sui nostri pensieri depotenzianti, è possibile che ci ritroviamo a vivere profondi momenti di confusione.
La confusione altro non è che una parte del processo di cambiamento: emerge quando mettiamo in discussione principi, o convinzioni che fanno parte di noi e del nostro vissuto e secondo le quali abbiamo agito fino a quel momento.
Louise Hay paragona il lavoro mentale che svolgiamo sui noi stessi alle pulizie di casa: noi ci muoviamo attraverso le stanze della mente ed esaminiamo i pensieri e le convinzioni che sono in esse contenuti. Quelli che ci piacciono, vengono semplicemente spolverati e lucidati, quelli che invece riconosciamo essere negativi e quindi per noi disfunzionali, hanno bisogno di essere ripararti o rimpiazzati: non è forse la stessa cosa che facciamo con un mobile o con dei vecchi giornali ormai inutili? E allora perché non farlo anche con i nostri pensieri?
Il lavoro di pulizia mentale però, come dicevamo prima, essendo un momento di profondo cambiamento che va a toccare i nostri strati più profondi, può portare con sé anche momenti di confusione e smarrimento. E’ come quando si pulisce una pentola piena di olio – dice Lucia Giovannini, insegnante certificata Louise Hay e autrice anche di Tutta un’altra vita: appena cominciamo a versare dell’acqua, l’olio comincia a salire in superficie e non dobbiamo smettere di continuare a versarla se vogliamo che l’olio sul fondo della pentola venga completamente a galla e fuoriesca.
Spesso le persone si trovano letteralmente terrorizzate e incapaci di agire in momenti come questi: si sentono in balia degli eventi e dei propri stati di smarrimento. Ma non dobbiamo dimenticarci che i significati che diamo alla parola confusione, siamo stati noi per primi a sceglierli.
Come sarebbe se d’ora in poi ci limitassimo semplicemente ad accettare i nostri momenti di confusione continuando con il lavoro di pulizia mentale che abbiamo intrapreso? Come sarebbe pensare che la confusione è una fase normale del cambiamento e, in quanto tale, solo un periodo di transizione che possiamo permetterci di accettare e lasciar andare una volta svolta la sua funzione?
Se ci pensiamo bene spesso è proprio dai periodi di confusione e smarrimento che nascono le grandi intuizioni, o le opportunità più favorevoli.
Quando è stata l’ultima volta che vi siete sentiti smarriti, persi o confusi? Vi siete accettati? Che pensieri avete deciso di formulare? Che cornici di significato avete scelto di dare alla vostra confusione?                         da http://www.lamentemente.com


 CONFUSIONE O CERVICALE ?


 

martedì 21 febbraio 2012

LA TUA SIGNORA

http://amolife.com/image/
Plenty of love, tons of kisses
Un sacco d'amore, tonnellate di baci,
Hope some day, to be your Mrs.
Spero un giorno di essere la tua signora.


                                    http://amolife.com/image/
Don't worry about a thing
Non preoccuparti di niente


lunedì 20 febbraio 2012

MUSICA RILASSANTE


Smart Baby Sounds – Natural birth

POST IT -SANREMO 2012-

 
SANREMO 2012  Pierdavide Carone – Ninì

 


SANREMO 2012  Chiara Civello - Al posto del mondo 

ARISA LA NOTTE



Arisa - La notte
Non basta un raggio di sole in un cielo blu come il mare
perché mi porto un dolore che sale che sale
Si ferma sulle ginocchia che tremano e so perché
E non arresta la corsa lui non si vuole fermare
perché è un dolore che sale che sale e fa male
Ora è allo stomaco fegato vomito fingo ma c’è
E quando arriva la notte e resto sola con me
La testa parte e va in giro in cerca dei suoi perché
Né vincitori né vinti si esce sconfitti a metà
La vita può allontanarci l’amore continuerà
Lo stomaco ha resistito anche se non vuol mangiare
Ma c’è il dolore che sale che sale e fa male
Arriva al cuore lo vuole picchiare più forte di me
Prosegue nella sua corsa si prende quello che resta
Ed in un attimo esplode e mi scoppia la testa
Vorrebbe una risposta ma in fondo risposta non c’è
E sale e scende dagli occhi il sole adesso dov’è
Mentre il dolore sul foglio è seduto qui accanto a me
Che le parole nell’aria sono parole a metà
Ma queste sono già scritte e il tempo non passerà
Ma quando arriva la notte la notte e resto sola con me 
La testa parte e va in giro in cerca dei suoi perché
Né vincitori né vinti si esce sconfitti a metà
La vita può allontanarci l’amore poi continuerà
Ma quando arriva la notte la notte e resto sola con me
La testa parte e va in giro in cerca dei suoi perché
Né vincitori né vinti si esce sconfitti a metà
L’amore può allontanarci la vita poi  continuerà.


lunedì 13 febbraio 2012

LE MANI


Le mani che aiutano ,
sono più sacre delle bocche
che pregano.
(Sai Baba)

TUTTO PASSA


  
La saggezza è servita



Un anziano mandarino cinese, durante la minore età del giovane imperatore, governò il paese al suo posto. Quando il sovrano divenne maggiorenne il vecchio gli restituì l’anello, segno del potere, e gli disse: "Su questo anello ho fatto incidere un’iscrizione che potrà esservi utile. Deve essere letta in tempi di pericolo, dubbio e sconfitta, ma anche in tempi di conquista, trionfo e gloria". L’iscrizione diceva: "Anche questo passerà".

LA SAGGEZZA



Dov’è la saggezza che abbiamo perso in conoscenza?
Dov’è la conoscenza che abbiamo perso in informazione?
(Thomas Stearns Eliot)

ADDOME



                     Una donna
                     può dire
                            di più
                in un sospiro
          che un uomo
                in un sermone

sabato 11 febbraio 2012

E ADESSO CHE TOCCA A ME ...



E adesso che sono arrivato fin qui grazie ai miei sogni
Che cosa me ne faccio della realtà

Adesso che non ho più le mie illusioni
Che cosa me ne frega della verità

Adesso che ho capito come va il mondo
Che cosa me ne faccio della sincerità

Adesso che non c'è più brava gente
E tutti son più furbi, più furbi di me

E ADESSO CHE TOCCA A ME ....... 

NUVOLE



…e ho visto nubi andare altrove
ma tu sei il cielo che è restato…


SEI TU



Sei tu di Paulo Coelho

Mi spingi oltre i miei limiti
e sento di vivere appieno la mia stessa vita,
in te ho incontrato me stesso
e ho guardato oltre,
oltre ogni inimmaginabile limite.
Ho guardato nel profondo dei tuoi occhi
cercando di comprenderti
ma, ho visto tutto quello che di me
mai avrei voluto vedere.
Ho visto la mia fragilità e la mia insicurezza
i miei sensi di colpa e i miei complessi
le mie paure e la mia insofferenza
ho visto le mie tenebre e i miei demoni
allora, ho guardato ancora oltre
e nel profondo del mio cuore, un mare in tempesta,
un oceano immenso dove tuffarsi e perdersi
e lì nel profondo della mia anima ho compreso!
Ho provato piacere e orgoglio
nel capire quello che oggi provo
nel sapere chi oggi sono veramente
adesso so che amo le cose belle
so che amo tutto quello che la vita mi offre
e una di quelle sei tu.

sabato 4 febbraio 2012

LA MIGLIORE RELIGIONE



Qual è la miglior religione?

La migliore religione è quella che ti porta più vicino a Dio. E' quella che ti rende una persona migliore, cioè più compassionevole, più sensibile, più distaccato, più amorevole, più umanitario, più responsabile e più etico. La religione che farà questo per te, è la migliore religione.
Abbi cura dei tuoi Pensieri perché essi diventano Parole.
Abbi cura delle tue Parole, perché esse diventano Azioni.
Abbi cura delle tue Azioni perché esse diventano Abitudini.
Abbi cura delle tue Abitudini perché esse formano il tuo carattere.
Abbi cura del tuo Carattere perché esso formerà il tuo Destino, e il tuo destino sarà la tua Vita e ... non c'è religione più alta che la VERITA'.
(Dalai Lama)


LE REGOLE PER ESSERE UMANI


LE REGOLE PER ESSERE UMANI


1. Riceverai un corpo
Potrai amarlo o detestarlo, ma sarà tuo per l'intero periodo di questa vita.
2. Prenderai lezioni
Sei iscritto a una scuola informale a tempo pieno chiamata Vita. Ogni giorno in questa scuola avrai occasione
di prendere lezioni. Le lezioni potranno piacerti oppure potrai considerarle irrilevanti e stupide.
3. Non vi sono errori, soltanto lezioni.
La crescita è un procedimento per tentativi: è sperimentazione. Gli esperimenti "falliti" fanno parte del procedimento
tanto quanto l'esperimento che alla fine "funziona".
4. Una lezione viene ripetuta fino all'apprendimento.
Una lezione ti sarà presentata sotto varie forme finché la imparerai. Una volta appresa questa, potrai passare alla
lezione successiva.
5. Non si finisce mai di imparare
Non vi è parte della vita che non contenga le sue lezioni. Finché vivrai ci saranno lezioni da apprendere.
6. "Lì" non è meglio di "qui".
Quando il tuo "lì" sarà diventato un "qui", semplicemente otterrai un altro "lì" che di nuovo sembrerà migliore di "qui".
7. Gli altri sono semplicemente specchi di te.
Non puoi amare od odiare qualcosa di un'altra persona finché ciò non riflette qualcosa che ami od odi di te stesso.
8. Spetta a te decidere cosa fare.
Hai tutti gli strumenti e le risorse di cui hai bisogno. Spetta a te decidere cosa farne. La scelta è tua.
9. Le tue risposte risiedono dentro di te.
Le risposte alle domande della Vita risiedono dentro di te. Tutto ciò che ti serve è guardare, ascoltare e avere fiducia.
10. Dimenticherai tutto questo.
11. Puoi ricordartelo ogni volta che vuoi.